venerdì 18 maggio 2012

Coredo e il calcio?!

Oh, bene. Rieccoti nella tua vera dimensione temporale, coredico arrapato.
Avverto più del solito la necessaria natura di quella scrittura del cazzo, a cui sei abituato imbatterti nelle tue malsane letture del nerdvana, che visiti per ammirare le mie eroiche fottute gesta.
No, dico così perchè mi hanno da poco assegnato un lavoretto nuovo nuovo, di quelli così nuovi che ti stimolano perchè rappresentano un'esperienza da aggiungere al tuo grasso curriculum che c'hai salvato in pdf sul computer.
In sostanza, l'Assessorato allo sport e tempo libero di Renate (LC) mi ha commissionato un articoletto che verrà pubblicato sul gazzetttino o su "il giorno", o entrambi credo. Una riflessione giornalistica atta a promuovere il Campacamp del mio amico Alessandro Campanaro, mister della Folgore Verano e nobilissimo allenatore di calcio di ragazzi dai 7 ai 16 anni. Durante l'avventura sportiva, il my friend sarà affiancato da un vice-allenatore: il mio cuginone Roby fratello Orso.
Non badare alla presumibile enfatizzazione dell'articolo: io ci ho davvero messo il cuore perchè è un gesto nei confronti di un amico. Ho accettato con entusiasmo la sfida di scrivere qualcosa sul calcio e l'ho considerata una costruttiva esperienza lavorativa. Dato che sei un mio antico seguace, ti regalo in esclusiva il pezzo che ho scritto...Per intiero!

La Polisportiva Renatese e il comune di Renate si uniscono all' assessorato
sportivo per un evento che, soprattutto dal mio profano punto di vista è
alquanto singolare.
Le quattro settimane di camp calcistico organizzate dal mister Alessandro
Campanaro, non costituiscono una semplice iniziativa sociale fine a sè stessa:
sono un'occasione.
Ho personalmente assistito alla calorosa presentazione del camp, e mi sono
lasciato trasportare immediatamente dalle parole appassionate dell assessore
Luigi Pelucchi: un uomo giusto che crede nel significato ancora puro e
intaccato dello sport. Un gioco di squadra, certo, ma dove ogni bambino dai
sette ai sedici anni senza limite di cultura, religione, sesso o talento, trova
la dimensione individuale in cui si relaziona, socializza con altri piccoli
uomini e donne prossimi a far parte di un mondo esterno che sarà il loro, in
futuro.
Da un camp calcistico non usciranno calciatori professionisti, o "fenomeni",
come si usa denominare gli atleti attualmente. No. Dal camp non verrà impiegato
un modo di tener occupati i figli dei genitori che hanno acconsentito
all'iscrizione.
Alessandro Campanaro ha un chiaro disegno, o se preferite uno "schema", in cui
probabilmente ogni bambino, che sarà un giorno medico, avvocato o rockstar, qui intraprende l'importante passo della condivisione di esperienze;
dal pranzo al gioco; dallo svago all'agonismo, con la consapevolezza di essere
parte indispensabile di una miniaturistica società composta da piccole storie
diverse appartenenti ai suoi compagni.
L'occasione di coltivare amicizie e affetti è al contempo un'istantanea dove
il bambino esterna la sua vita in termini di gusti, passioni, interessi. Con la
sicurezza concreta che attorno a lui avrà degli elementi uguali, ma diversi,
intreressati ad ascoltarlo confrontandosi. Ecco, sostengo che il significato di
uno sport di squadra, che il suo originale compito, sia  proprio questo. Il
Campacamp rappresenta sillogisticamente una garanzia, constatando le intenzioni
e i propositi verso un futuro umanamente migliore gestito dai "nostri" figli.
La situazione aggregativa che plasma la sua stessa natura in modo poetico e
soprattutto divertente; il divertimento seguito da un cultore del comportamento
adolescenziale, come il Mister Campanaro, è una vera e propria tesi di scienza;
un teorema trattante l'attività motoria di squadra come chiave per facilitare
da subito i rapporti del bambino col resto che lo circonda.
Buffo e ironico, scrivere qualcosa che riguardi il calcio; sport a me
straniero e sconosciuto. Ciò non implica una mia deficienza empirica sulla
simbolica aurea sacra che lo caratterizza.
Non intendo essere provocatorio, pertanto è con umile tono che dichiaro lo
sport infantile il VERO sport. Di gradita conseguenza, quello di Campanaro è il
vero calcio. Un delitto non esserci.


Coredo, 18 maggio 2012

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