lunedì 3 ottobre 2011

Gli umani, questi sconosciuti


I rituali sociali costituiscono personalmente la più ricca fonte d'ispirazione per il mio modus operandi nell'arte.
Se poi sono quelle azioni quotidiane in cui ti ritrovi con i tuoi simili nei luoghi di aggregazione comune quali pub, ristoranti o bar le molteplici riflessioni acquistano un senso propriamente diagnostico.

Osservo con maniacale curiosità scientifica coppie che stanno a un tavolo senza parlarsi per ore e il silenzio la fa da padrone in modo primordiale, perchè non manifesta la complicità telepatica garantita da sguardi codificati.
Le teste di entrambi sono rivolte in basso o altrove in un perplesso imbarazzo interattivo.
Parlo con ragazze e ragazzi che mi esprimono totale rassegnazione verso il loro stile di vita improntato sulla sopravvivenza ai loro stessi ritmi lavorativi e impegni familiari.
In altri casi scorgo una palese ignoranza, ma senza un nesso culturale che potrei presuntuosamente insinuare...No.
Mi trovo emarginato dalla concezione popolare di amore e futuro che hanno coetanei e il resto del mondo.
Forse sono sbagliato io. Forse dovrei considerare il futuro come una ricerca dell'accettabile sistemazione data da un matrimonio o una convivenza con una persona che lavora e guadagna abbastanza da poter dividere con me le spese e il mutuo; cosicchè possiamo permetterci di avere figli e garantire loro una vita serena finchè saranno dipendenti da noi. Forse dovrei abituarmi all'indifferenza degli altri verso le cose astratte idealiste e cominciare a guardare con ammirazione i risultati concreti di persone di successo che si son comprate la macchina sportiva, andando in vacanza 6 volte all'anno.
Forse dovrei abituarmi all'insensibilità della gente che sembra bisognosa di calore umano per poi raggiungere quella stabilità materiale che li ritrasforma in automi stizziti e insofferenti.
Forse dovrei evitare di risentirmi se una persona importante ti ascolta come un discepolo in momenti di sua personale crisi esistenziale, e in nuovi contesti ti accusa di dire "eresie" perchè apparentemente non necessita più di comprensione affettiva da parte di un artista farfallone e visionario.

Lo so, sbaglio perchè sono sbagliato..Permettimi comunque una conclusione ovvia: alle volte è più facile trovarsi soli in compagnia che isolati in un loculo sperduto.

CO
RE
DO.

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