martedì 13 novembre 2012

Incidenti!

Giornata di quelle che ti rendi conto di avere il fisico, perchè mi alzo alle 7 e un quarto per presenziare in sede di real life a ritirare il microfono ansa, detto in gergo giornalistico il "gelato".
La sera prima fino alle quattro a ciciarare con due amici e il mio coinquilino. Location la batcaverna, ergo il nostro appartamento lissonese, bellissimo e pulitissimo, che noi ci teniamo agli ospiti, cazzo.
Si va nei laboratori della CESI, ad intervistare ingegneri canadesi e italiani riuniti per un meeting di fusione aziendale del caiser.
Simulano esplosioni come se progettassero bombe atomiche, infatti l'intero stabilimento è grande quanto Arcore, e prima di ogni esperimento c'è la sirena che urla per tutto il villaggio con tanto di messaggio di preavviso dall altoparlante.
Poi un boato che mi fa saltare i timpani per 30 secondi. Da tapparsi le orecchie, a realizzarlo prima.
Entriamo a vedere le bobine di Tesla e ci dicono che anni prima ci fu in incidente coi raggi gamma in cui fu coinvolto un certo dottor Banner, ora latitante.
Indossiamo i caschi bianchi e assistiamo a una dimostrazione di superconduttività che dovremmo documentare con un servizio, già situato nel web mentre mi stai leggendo, giovane Padawan coredico.
Il momento della dimostrazione è impercettibile, considerando che in qualche frazione di secondo una scarica elettrica illumina l'intera bobina come un fascio di energia concentrata.
Sento solo il botto e avverto visivamente un lampo alla base del cilindro elettrostatico.
Ci dicono di stare all occhio con le pantegane, una volta lasciato l'impianto, perchè fuori è pieno.
Durante il fenomeno d'elettricità imposta, noto una pantegana che mi soffia, adiacente proprio al marchingegno emettente la scarica.
Colpita dal fulmine artificiale, la bestiola viene scaraventata contro di me. Sono terribilmente disgustato, nel trovarmi tra le mani un ratto abbrustolito, così lo scaglio contro Fleo, il quale devia il lancio con un coperchio di bidone.
Le radiazioni assimilate dal ratto un attimo prima che fulminasse, mi si impiantano come una seconda elettrica pelle.
Mi sento cambiato. Torno a casa e in preda a sintomi da malaria, mi addormento sul divano in stato febbrile.
Vengo svegliato qualche ora più tardi dall urlo schifato di Fleo che cerca di colpirmi, manco fossi uno scarafaggio..Le sue grida sono ultrasuoni per le mie orecchie e mi stordiscono come pallottole nel cervello.
Spaventato, ma agile e scattante cerco di mettermi in salvo dal minaccioso bastone del mio coiquilino, che ripete frasi del tipo "cosa hai fatto al mio amico?!".
La puerta è maledettamente chiusa a chiave, però l'istinto di sopravvivenza prevale inspiegabilmente, e con naturalezza tale da indurmi meccanicamente a passarci sotto, appiattendomi come un....topo, santoddio!
L'ascensore è aperto ma è troppo lento per arrivare giù in poco tempo; faccio prima a piedi usando le scale.
Solo che nel mio passaggio a fianco di esso, percepisco un frammento di me riflesso nello specchio interno.
Credo di essere un gigantesco topo in posizione eretta, antropomorfizzato da una casualità più unica che rara.
Ho modo di rifugiarmi nelle fogne attraverso il tombino del mio cortile.
Una pozzanghera conferma l'immagine della mia precedente sensazione ottica.
Sono un uomo topo, tipo Splinter.  Mi faccio persino ribrezzo. Ignoro la consapevolezza inconscia di esser condannato a un'esistenza emarginata, nella ghettizzazione di un condotto fognario, mia nuova casa al sicuro dagli uomini bramosi della mia testa e del mio sangue per esperimenti, o chissà cos'altro.
Non voglio scoprirlo.
Quel che ora desidero scoprire, è la causa e conseguenza del mio attuale stato fisico e sensoriale.
Qualcuno pagherà per il mio incidente... Quel qualcuno è la CESI.
Come ho fatto a scrivere sul blog, ti chiederai.
Ho già installato la dsl nella fognatura sotto il mio ex palazzo, è ovvio.

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