martedì 26 febbraio 2013

Il maschio alpha

Parto con l'invito a non fraintendermi, perchè io amo la pioggia. Giornate come quella solare di oggi però, con la neve esposta al primo anelato caldo, sono immense; specie se stimolate da una mistica solitudine intrattenuta dal mio ipod mentre passeggio. Un dopo pranzo che si sviluppa con la passiva costanza della corsa di Forrest Gump; continua e desiderosa di raggiungere un paese per oltrepassarlo fino al cartello successivo.
Così mi incammino, e da Camparada giungo fino in centro Arcore passando attraverso campi sterminati di bianco e saltuarie folle di gente che mi evita come un attentatore. C'è chi attraversa la strada e chi compie bruschi movimenti nel tentativo di proteggersi. Che c'è che non va?!
Ah già: ai miei fianchi due arcigni dobermann scortano il mio breve pellegrinaggio brianzolo. Difficile accorgersene, visto che sono bravissimi a mantenere il mio passo. Senza tirare nè rimanere indietro.
Queste camminate sono importanti, in quanto manifesto l'imprinting del branco che ho in mente quando li porto fuori.
Io sono il capo e guido il gruppo nel tratto che ci aspetta per tutto il tempo a mia disposizione.
Un successo di condotta ottenuto a seguito di continue prove e quotidiane uscite con loro.
Adesso c'è un'armonia di movimento triplicemente sincronizzato che riscuote ammirazione mista a temerarietà. Un vero piacere camminare con i miei cani, ora che ho ottenuto il loro riconoscimento di cane alfa.

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