mercoledì 22 agosto 2012

The Dark "fottuto" Knight rises

E tu pensavi che nonostante esca ufficialmente il 29 agosto per i comuni mortali, l'eletto coredomane non andasse a gustarsi l'anteprima? Per di più nella sala megatheatre col tavolino e le caramelle e due bottigliette d'acqua gasata gelida.
Sai quando ti aspetti una cosa colossale, e sei sicuro che sarà così? Sai quando ci giocheresti l'ultimo euro che hai in tasca perchè la matematica ti impone di sapere la maestosità qualitativa di un film di cui conosci meticolosamente tutti i requisiti?
Per metà il caso è proprio questo. Per metà, perchè in fondo non è pienamente vero. Già: il cavaliere oscuro, il ritorno è 10 volte tanto le mie galattiche precedenti aspettative.
Il Goglio è a mia insaputa da buon nerd andato a vederlo a Pioltello, e i commenti sono piovuti in tarda mattinata come una cascata di diamanti grezzi.
Con questo, mio caro coredico incredulo, ritorno al futuro, star wars, indiana jones e il signore degli anelli...Non sono più delle trilogie. Esiste una sola trilogia da oggi: è il ciclo sul cavaliere oscuro di Nolan.
Al termine della visione mi sono sentito come se avessi scopato Marylin Monroe senza preservativo, e le avessi riservato un cumshot facciale dopo tre ore di sesso estremo.
No siamo seri, la rubrica dedicata al cinema coredico si estende eccezionalmente anche al martedì, e il motivo è l'ultimo, definitivo episodio che tratta la leggenda dell uomo col mantello nero, padrone assoluto di Gotham.
La morte del cigno, l'agonia di Massimo Decimo Meridio e la caduta di Theoden di Rohan non contengono un quarto del pathos, della gloria contenuti nella fine del mito simboleggiato dal pipistrello.
Poi ci sono sempre quelli che ti diranno "aah, ma nel secondo c'è Heath Ledger che fa il joker", "il secondo è più bello". Siccome scivo sul mio blog, la mia parola è l'unica che conta, proprio come la mia opinione. Non sono fascista, ma amo interpretarne il ruolo.
Se ero uno dei più grossi fans di batman, amo attualmente considerarmi un fedele del batman di Christopher Nolan, eccheccazzo.
Se la città era in preda al caos sotto il controllo del joker, ti basti pensare che puoi paragonarla all'isola che non c'è, se prendi in esame le condizioni a cui la riduce Bane coi suoi seguaci.
Non soffermarti sul pietoso doppiaggio del cattivo, non è importante che abbiano registrato la sua voce in uno studio, sono dettagli tralasciabili, visto che la priorità è un'altra: esaminare genericamente il film, mantenendo un tono di seriosa credibilità.
Qui non c'è un criminale con la faccia dipinta o l'addestramento nella setta delle ombre. Qui, in questo terzo e ultimo episodio c'è Batman; il suo mistico alone, la sua immensa ombra, la sua leggenda che pervade ogni mattone della Sua città ormai assediata da un'organizzazione esente dai giochi di potere, ma motivata da un antico destino che si dovrà compiere, direttamente collegato coi conti in sospeso del primo film.
La verità viene a galla ferocemente, distruggendo ogni antica versione ufficiale che tranquillizzava i cittadini ignari. La Sua città non gli appartiene più, come anche la sua identità, i suoi fantasmagorici mezzi, i suoi soldi e il suo maggiordomo, che preferisce andarsene che vederlo sprofondare nella perdizione.
L'umiliazione è struggente e toglie il fiato come uno scontro reale in diretta di un mastino che fa a pezzi un collie. l'aspetto di Bane con quella mascherina fatta a mò di museruola è proprio quello di un cane da combattimento sguinzagliato per uccidere e distruggere. Vano il tentativo di abbatterlo da parte dell eroe che, mentre sferra i colpi, urla per lo sforzo e la stanchezza. La prima volta che il nemico gli rivolge la parola lo chiama" signor Wayne", ti rendi conto? Occhi spalancati di Batman, per la prima volta vulnerabile. Non si parla di un frocetto che rischia la vita della sua zietta vedova o della sua mogliettina vacca dai capelli rossi. La crisi di Batman è la fine per tutti e la fine di tutto. Incentrato sulla fisicità che vien meno a causa degli anni fuori allenamento, la violenza è nettamente più psicologica e platonica, che visiva. Un fragore drammatico che ti imprigiona nella disperazione senza via per la speranza, una complessità epica di narrazione avventurosa, poliziesca e noir che stupisce minuto dopo minuto, grazie soprattutto al forbito linguaggio dei dialoghi d'effetto che non senti mai fuori luogo o cinematografici. Un Michael Caine che apre il suo cuore al figlio adottivo di nome Bruce Wayne, mantenendo quella britannica solennità che tentenna tra le lacrime e il sorriso rassicurante: e mi viene da pensare "signori, questo è Alfred, porcatroia". Poi piango.
Batman è un'idea, un'ispirazione che irrompe nell'anima della metropoli usando un simbolo.
Mai come in questo lungometraggio, il concetto fu espresso così intensamente e attentamente.
Non lo si vede, davvero! In tre ore di film appare all'inizio e alla fine. Non potevo chiedere di meglio, perchè nel mezzo c'è la vicenda di un uomo esiliato dalle sue stesse mortali ferite, nella prigione peggiore del mondo, da cui è impossibile fuggire. A meno che che non riacquisti la fede, unico elemento in grado di contrastare la rabbia cresciuta per lo stupro della città di cui era padrone fino all arrivo di un malvagio più forte di lui. E basta con la vecchia storia del trauma per la perdita dei genitori; l'uomo pipistrello è un uomo che esiste affichè non si necessiti più della sua esistenza. Il fascino infinito sta proprio nel paradosso di tale vocazione.
Poi, cristo...Mai avrei pensato a una catwoman migliore di Michelle Pfeiffer: invece l'interpretazione da oscar della Hathaway, ci presenta un personaggio che anzichè esser plasmato da una favola nera gotica con neve, gatti e trauma cranico, nasconde nella sua freddezza talvolta sarcastica, una paura così umana da giustificarne le mentite ingannevoli spoglie. E' la vera storia di Catwoman: cresciuta nei bassifondi, ladra in quanto orfana e obbligata a badare a sè stessa fin da bambina, probabilmente privata della sua innocenza in età adolescenziale, è una criminale che lavora per quelli potenti in cambio di una nuova vita, in cambio di una redenzione che è stata per tempo surclassata dal timore di morire per mano di qualche psicopatico che l'ha sempre avuta in pugno schiavizzandola. Mi piace che abbiano tenuto anche l'orfanella più piccola che vive con lei, alla quale funge da sorella maggiore adottiva, praticamente.
Egoista per istinto di sopravvivenza, altro che il personagggio in lattice che parla di nove vite e si lecca nella tana del pinguino. Si un bel filmino il batman returns, ma qui si sta trattando un'opera maestosa più grande di qualsiasi film sui supereroi.
Il merito di Batman è proprio esprimere meglio di chiunque, la ragione di vita che spinge il supereroe a sacrificarsi senza nulla in cambio, nè denaro nè riconoscimenti.
Eroe. Eroi possiamo esserlo tutti: anche con un gesto quotidiano, come mettere il cappotto sulle spalle di un bambino che ha appena perso i genitori. Porcaputtana! Le lacrime fino al collo.
Hans Zimmer ti fa dimenticare l'ormai di maniera Danny Elfman, con una colonna sonora magistrale che sale di volume soprattutto nelle teatrali apparizioni di Batsy. Roboante e adrenalinico, commovente come una tragedia, e....Davvero. Nemmeno dio l'avrebbe scritto o diretto meglio. Ora capisco perchè quelli che già l'avevano visionato, stentavano a raccontarmi la fine, nonostante ci tenessi a conoscerla prima...Col cazzo che te la dico, perchè credimi: va così oltre l'immaginabile, che per riprenderti dovrai esercitare delle terapie intensive da uno psicologo. IL PIU' BEL FILM DI TUTTI I TEMPI, diocristo!

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