domenica 11 ottobre 2009

Inglorius basterds


ACHTUNG!
HEAVY SPOILER INSIDE!
WATCH THE MOVIE IF YOU WANT TO READ MY POST!


Macchè, niente da fare. Io ci provo eh! Mi dico che magari questa è la volta buona che Tarantino mi delude o anche semplicemente omette di soddisfare le mie aspettative...Niente.
Per essere un suo fan ho alquanto tardato l'appuntamento al cinema col suo ultimo lungometraggio, ma alla fine di una serata lavorativa x ho portato mio fratello e il buon Paolo al Bicocca Village per lo spettacolo della una meno venti.
La prima informazione che scrivo sulla reazione del sottoscritto è:
due ore e mezza di vera ricreazione! All'interno della sala la mia mente ha viaggiato senza pensare ad altro che alla storia raccontata magistralmente dal geniale Quentin, dimenticando completamente qualsiasi pensiero privato.
Il film che mi aspettavo, che volevo. Il film che volevo è un film che non mi sarei mai aspettato, di conseguenza un'opera desiderata inconsciamente.
Un blockbuster fuori grazie ai nomi importanti che appaiono nei trailer e nelle locandine, una pellicola d'autore all'interno di un gustosissimo hamburger che ti ispira dalla foto di un volantino del fast-food e poi ti inebria grazie al gusto genuino troppo a lungo ricercato in mille bar.
Un film CATTIVO, ma non solo.
ANGOSCIANTE, ma non solo.
DIVERTENTE, ma non solo.
DRAMMATICO, ma non solo.
POETICO, ma soprattutto: INTELLIGENTE!
Così lineare ed efficace, oltre ad essere un risultato estremamente sofisticato considerando l'accuratezza dei particolari, Tarantino non si limita a convincere;
l'obiettivo del Maestro rimane sempre invariato, ed è quello di stupire pubblico e fans. Ora provo a esprimere un concetto per me fondamentale considerando un artista come Federico Fellini. Ricordo che in un'intervista egli manifestò il suo entusiasmo riguardo la giornalistica invenzione del termine "felliniano"; eh sì, quando la critica o chi per essa conia un aggettivo che deriva dal tuo nome significa che sei un esempio non solo per il mondo dell'arte o più superficialmente dello spettacolo, ma per il mondo intero. Il linguaggio e l'espressione di Fellini sono scolpiti nelle pagine di adamantio del cinema globale, proprio perchè sono "felliniani".
Una sicuramente nuova generazione di critici ha partorito con facilità il termine "tarantiniano",ed ecco che ci risiamo.
Se non prendiamo in esame lo sperimentale "Una vita al massimo", e se tralasciamo l'ultimo capitolo del lungometraggio a episodi "Four rooms", "Inglorious basterds" saluta il pubblico in qualità di sesto film di Tarantino.
La suddivisione in capitoli/sequenze è una costante, ma non necessariamente in tutti i suoi lavori; il collocamento di persone non comuni (killers, rapinatori, pugili folli o maniaci) alle prese con dialoghi e azioni di normale quotidianità sono elemento più che mai esistente; tuttavia va detto che in altri capolavori "tarantiniani" abbiamo invece persone comuni catapultate in situazioni inusuali e avventurose.
Non trovo una coerente e ragionevole motivazione per fossilizzare l'arte di Quentin Tarantino in una nicchia stereotipata. Trovo piuttosto che i suoi film siano tutti diversissimi fra loro, pertanto mi privo di una compromettente, sterile considerazione, riconoscendo e lodando la poliedricità del regista.
La sua cinefilia piacevolmente saccente, e il retrogusto per il "classico" B-movie sono presenti quanto gli innumerevoli omaggi più o meno palesemente riferiti..In tal caso convengo in merito al tarantiniano.
Negli States la pellicola è stata facilmente scambiata per un remake, ma è tutto falso.
Solo il titolo è un omaggio al film di Enzo G.Castellari del 1977 "Quel maledetto treno blindato", uscito in America col titolo "Inglorious bastards". Tarantino ha apportato una piccola modifica sostituendo la "a" con la "e".
Mi sa proprio che al cinema ci tornerò per rivederlo, non posso aspettare il dvd così a lungo.
Restate connessi. Vado a dipingere una tela con uno stile "corediano".
Ah, alla fine Hitler muore.
Baciucazzo.

1 commento:

paul cook ha detto...

Davvero spiccato sia il gusto della critica, naturalmente positiva, che l'accuratezza del paragone a Fellini. Nulla di scontato anzi direi che sei un degno discepolo del "Tarantinismo"............Bravo Coredo la tua anima artistica e cinematografica e sempre in rilievo..........Sei un grande ciao Paul Cook

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