Visualizzazione post con etichetta coredocomics. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta coredocomics. Mostra tutti i post
mercoledì 8 agosto 2012
domenica 5 agosto 2012
Nadine avrebbe un volto
La killer nevrotica inventata tra i banchi della Scuola di Fumetto, potrebbe aver trovato un' interprete in carne e ossa, qualora tra 10 anni si realizzasse un lungometraggio a lei ispirato.
All'inizio pensavo a Michelle Rodriguez, ma ho in seguito realizzato che fosse troppo latina per i lineamenti ariani di Nadine.
Ti presento Lucy Punch, che avrai visto in un film di Wody Allen, in Bad Teacher, a cena con un cretino, Elektra Luxx e qualche altra pellicola.
Fatto sta che ci trovo un'inquietante somiglianza, e nella malata fantasia coredica è l'attrice che impersonerebbe maledettamente il mio grottesco, psicotico personaggio.
domenica 13 maggio 2012
Ispirazioni
Ssssì...Dato che Fleo mi accusa di bere troppo e scrivere troppo poco, per non parlare del disegno che ho accantonato ingiustamente, ho deciso di riprendere in mano matita e inchiostro e buttare su carta una cazzata qualsiasi per allenarmi.
Per i personaggi della vignetta ho attinto al mio cane, a un personaggio infantile creato da Esse, al mio barman di fiducia, alla Musa militare e a una recente lettura di H.P. Lovecraft inerente al mito di Chtulu.
A libera interpretazione: stanno attaccando una colonia aliena?
Forse corrono verso il buffet gratis..
Probabilmente stanno per uscire dal foglio, con lo scopo di mozzarmi la mano sinistra.
Per i personaggi della vignetta ho attinto al mio cane, a un personaggio infantile creato da Esse, al mio barman di fiducia, alla Musa militare e a una recente lettura di H.P. Lovecraft inerente al mito di Chtulu.
A libera interpretazione: stanno attaccando una colonia aliena?
Forse corrono verso il buffet gratis..
Probabilmente stanno per uscire dal foglio, con lo scopo di mozzarmi la mano sinistra.
martedì 13 marzo 2012
Viral Coredo

Immagina, se vuoi un viral strutturato in questa maniera:
un ragazzo in bicicletta percorre una strada urbana pregna di ostacoli, lavori in corso e traffico. Deve arrivare per tempo alla sua destinazione per consegnare un cacchio di pacco espresso, okkei?
Okkei.
La pellicola è in slow-motion e il protagonista sarà sdraiato di profilo su un gigantesco lembo bianco. Fotogramma per fotogramma, il personaggio in stile hipster verrà messo a pedalare lungo il tortuoso percorso. Sembra figo...A me.
Ora, mentre ti scrivo con amore questo coredico spot...Ops volevo dire post,la troupe sta girando ciò che resta del lavoro da realizzare in pre-produzione.
Il regista mi ha scelto per studiare tutto l'ambiente urbano circostante, disegnando una scenografia con elementi mobili e immobili, pertanto automobili, palazzi, camion dei pompieri, gente in bicicletta (la bici è il tema centrale dello spot), semafori, cartelli stradali etc. Salute!
Grazie!
In aggiunta alla scenografia semplicemente buffa e umoristica con i topini che guardano il protagonista, e forse il sole con occhi e bocca sorridente, il tuo coredo silone disegnerà il cliente ricevente il pacco e il capo del ragazzo protagonista che gli consegna all'inizio la misteriosa merce da trasportare.
Per alleggerire con humor da cartoon l'aspetto comico del pony express fatto di vera carne e ossa, gli ho anche applicato degli occhi da fumetto che si sbarreranno o chiuderanno a seconda della scena che reciterà.
Per quanto mi riguarda ho finito persino di spedirli, sti disegni. Ma...Non te li mostro in quanto privi di spessore se non collaudati sul lavoro finale. Il video figurerà su youtube e acquisterà successo in base, chiaramente alle visualizzazioni.
Perciò, mio compagno a due zampe quando sarà il momento esorto te e i tuoi amici gridandovi "linkate, linkate, linkate su fuckbook o twitter"!
Io per ora ti lascio sul ciglio della strada, ma torno presto! Se non io verrà a recuperarti qualcun altro...Ok? Non piangere!!! Devo andare in vacanza! Mica ti posso portare con me!
sabato 15 ottobre 2011
lunedì 26 settembre 2011
Ciao, Sergio!

Aveva 79 anni, ha fatto sognare generazioni di italiani. Il padre inventò Tex Willer ma lui continuò a svilluparne la storia prima di dedicarsi all'editoria. Con amore, passione e rispetto per cretori e disegnatori. Inventò Zagor e Mister No, e con la sua casa editrice ha pubblicato Dylan Dog e Nathan Never
Addio a Sergio Bonelli Editore e fumettista illuminato Sergio Bonelli
MILANO - E' morto a Milano all'età di 79 anni, Sergio Bonelli. Nato il 2 dicembre del 1932 a Milano, era ricoverato in ospedale San Gerardo da una settimana dopo aver iniziato ad accusare problemi di salute ad agosto. Editore, fumettista, anche conosciuto all'inizio della sua carriera con lo pseudonimo di Guido Nolitta, che aveva scelto per evitare di essere confuso con il padre Gian Luigi, creatore nel 1948 di Tex Willer. L'eroe western che difende i deboli qualunque sia il loro colore della pelle.
Bonelli, spiega una nota della casa editrice, si è spento dopo una breve malattia a lascia la moglie e un figlio. Sergio Bonelli, rimarca il comunicato, "è stato il principale artefice del passaggio del fumetto da semplice strumento di intrattenimento popolare a prodotto di dignità culturale, creando, nel corso di una carriera cinquantennale, una delle case editrici di fumetti più importanti del panorama nazionale e internazionale".
Nel mondo del fumetto e dell'editoria, Sergio Bonelli esordì giovanissimo facendo il tuttofare nell'impresa di famiglia, dal fattorino ("Partivo
da Milano in Lambretta per andare a prendere in Liguria le tavole di Galleppini per Tex", aveva detto in una delle sue ultime interviste) al magazziniere, fino a rispondere alle lettere dei lettori e a prendere in mano nel 1957 la casa editrice Cepim, la futura Sergio Bonelli Editore, una delle case editrici di fumetti più importanti come numero di copie stampate nel panorama italiano, diretta dalla madre Tea dal 1946. Nella sua vita editoriale, ha dato vita a personaggi che hanno accompagnato la fantasia degli italiani per decenni. Zagor (1961) per esempio, eroe tra Tarzan e il western, o Mister No (1975), il suo preferito, uno scanzonato ex soldato statunitense che vive nella Manaus degli anni Cinquanta.
E' proprio questo personaggio che rappresentò per Bonelli il vero punto di rottura con la tradizione della casa editrice fondata dal padre. E la sua indipendenza da un'eredità forte, ma anche pesante. Mister No, il soldato Jerry Drake, è infatti un antieroe. Molto umano e molto lontano dalla figura dell'infallibile Tex. E' anzi un personaggio in conflitto con il mondo che lo circonda e con dubbi esistenziali (si rifugia nella selvaggia Amazzonia per fuggire agli orrori della guerra), e spesso alle prese con i piccoli problemi quotidiani (i debiti che lo perseguitano). Nolitta anticipò con lui tutta una serie di tematiche che diventeranno poi centrali in personaggi come Ken Parker, Dylan Dog o Nathan Never. "L’idea di quel personaggio mi venne durante i miei viaggi in Amazzonia e dopo aver conosciuto un pilota americano in Messico. L’ho chiuso qualche anno fa. Vendeva ancora ventitremila copie", aveva raccontato in un'intervista recente Bonelli. "L'ho chiuso anche se vendeva. Perché se sei un editore che paga bene i disegnatori devi farlo. E Io li pago bene e li rispetto. Anche perché li frequento da quando sono nato", aveva concluso.
Ma l'eredità del padre Sergio Bonelli l'affrontò, toccandola, studiandola. Plasmandola anche. Fu proprio lui infatti il primo sceneggiatore a sostituire Gian Luigi Bonelli sulla pagine di Tex dove esordì con la storia dal titolo 'Caccia all'uomo' disegnata da Fernando Fusco e pubblicata sul numero 183 della serie datato gennaio 1976. Per i disegni di Aurelio Galleppini realizzò poi 'L'uomo del Texas' volume della collana 'Un uomo un'avventura'. Il padre si era dedicato gelosamente e con passione alle sceneggiature di Tex per un quarantennio prima di cederle nelle mani di altri autori tra cui proprio Guido Nolitta, suo figlio. Tutt'oggi Tex è uno dei fumetti italiano col più alto numero di vendite, dopo aver resistito alla crisi del genere western.
Sergio Bonelli, nonostante la sua passione per la scrittura, è stato soprattutto un editore illuminato. Uno dei suoi maggiori meriti è stato quello di non soffocare la personalità degli autori, e di rispettare il lavoro soprattutto dei disegnatori che negli anni si sono affiancati ai creatori di una serie al fine di rendere omogeneo lo stile. Bonelli ha sempre cercato di lasciare libero sfogo alle interpretazioni dei vari autori, per esaltarne le qualità ed è stato uno dei primi editori a pubblicare i nomi degli autori delle storie, cosa che non succedeva quasi mai in passato.
Tra le sue scoperte ci fu anche il giovane scrittore maudit Tiziano Sclavi, che gli porterà in dote il personaggio più di successo in assoluto: Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo. Nato nell'ottobre 1986, disegnato con le fattezze di Rupert Everett e affiancato dalla strepitosa spalla Groucho (identico all'omonimo leader dei fratelli Marx), Dylan Dog ha avuto un successo enorme, con tanto di ristampe e edizioni speciali, tanto da diventare per la Sergio Bonelli Editore il più importante e redditizio dei prodotti e uno dei maggiori successi nell'editoria a fumetti italiana che, all'apice della sua parabola, ha strappato perfino il primato di vendite a Tex..
Il suo amore particolare per i grandi autori ha portato Bonelli a fare scelte coraggiose e a pubblicare diverse serie di grande prestigio come la collana 'Un uomo un'avventura', o a puntare su personaggi innovativi e coraggiosi tra i quali anche Ken Parker, Martin Mystère o Nathan Never. Nel 2008 il comune di Milano lo ha insignito del prestigioso premio Ambrogino d'oro.
Condoglianze sono arrivate da Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci-federazione della sinistra, che scrive: "A Sergio Bonelli, scomparso stamane dopo una lunga malattia, va il mio commosso saluto". "Con lui scompare un intellettuale del nostro tempo, una persona che ha dato tanto alla cultura italiana, e non solo, un uomo che attraverso i fumetti, e le sue strisce, ricche di pathos e suggestioni, il più delle volte pubblicate in marcato bianco e nero, quasi ad insegnarci che il messaggio sta più nel contenuto che nella forma, non ha mai mancato di denunciare le storture ed i vizi della società e del potere". Su Faebook e sul suo blog Enrico Letta, vicesegretario del partito democratico, commenta dicendo: "Oggi è un giorno triste. La scomparsa di Sergio Bonelli addolora generazioni di giovani ed ex giovani che sono cresciuti 'sognatori' anche per merito suo. Addio Sergio e grazie".
Anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha voluto esprimere il suo cordoglio. Bonelli era stato insignito della Medaglia d'oro di Civica Benemerenza il 7 dicembre 2008, per aver "contribuito a fare di Milano la capitale dell'editoria italiana e del fumetto. "Desidero esprimere il cordoglio dell'Ente e mio personale - ha invece detto Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano -. Per me grande appassionato di Tex Willer, ideato dal padre di Bonelli Gian Luigi, la morte di Sergio richiama alla mente con dolore la spensieratezza dell'adolescenza". Il vice presidente del Senato Vannino Chiti (Pd) scrive sulla sua pagina di Facebook: "Da ragazzo divoravo Tex, così come credo che facessero molti giovani della mia generazione che non avevano tanti divertimenti come quelli di oggi. Bonelli ha scritto la storia del fumetto italiano".
martedì 12 aprile 2011
"Leone di Lernia presidente"....forse.
mercoledì 6 aprile 2011
lunedì 4 aprile 2011
La posta va controllata, giuda ballerino!

Altro che guardare le notifiche di fessbook!
Non fate i distratti come il vostro amatissimo Coredo, che non controlla mai la mail se non una volta a settimana rischiando di perdere messaggi importanti per la sua carriera!
Dunque ecco quanto è successo in queste settimane di duro lavoro.
Mesi fa tramite Faccialibro (grazie Mark Zuckerberg) ricevo il link a un concorso con tema fumettistico, molto bene penso; il social network da 25 miliardi di dollari dell'ebreo fabbrica soldi interpretato da Jesse Eisenberg nell'ottima pellicola di David Fincher funziona come mi aspetto.
Per farla breve il concorso trattava l'apertura del primo Museo del fumetto in Italia che avrebbe visto la sua inaugurazione a Milano in Viale Campania 12 il giorno 1 aprile 2011, un venerdì.
Non mi sogno di snobbare un evento simile che garantisce la meritata importanza alla professione che esercito da un decennio circa.
La selezione richiede un minimo di portfolio da parte di chiunque al fine di aggiudicarsi la realizzazione di un pannello 2 metri x 2, esposto vita natural durante all'interno del museo.
Così io spedisco alla mail che mi scrivono in sovrimpressione un pò di allegati rappresentanti le mie opere supperggiù.
Poi smetto di controllare la mail.
Lunedì scorso mi prende il vezzo di dare un'occhiata alla mail conscio di una valanga di messaggi ancora da aprire.
Bè, mio caro coredista utopico...scopro almeno tre mail dello stesso mittente che ogni volta mi confermano che ho superato la prima, la seconda e anche l'ultima selezione di artisti candidati per dipingere i pannelli.
Il messaggio dice di presentarsi venerdì alle 14.30 all'indirizzo del museo per darci dentro con tutto quello che mi passa per la mente, purchè l'argomento rispecchi il mondo delle ombre colorate!
Fiuuuuuuuuu!!!!!!
Che maldestro cazzone che sono.
Ho controllato la posta appena in tempo!!!!
L'organizzazione si preoccupa di fornire agli "Street Comics" che saremmo noi, un kit ricco (e lo è stato) di bombolette spray per riempire i pannelli bianchi con la nostra fantasia.
Mi sono subito sentito addosso la sensazione che al contest la maggiorparte dei miei colleghi sarebbero stati writers e non fumettisti, e dato che in genere sono abituato a complicarmi la vita, avevo già deciso di non usufruire degli spray, prediligendo pennelli e vernici.
Così ho ingaggiato un apprendista di bottega con la passione vera per la pittura, tale Mattia Domina che sarebbe stato linkato dal sottoscritto se solo avesse avuto un sito o un blog, ma è ancora in erba...Se lo farà!
Mattia mi ha aiutato a completare il lavoro su pannello nel pomeriggio prestabilito, quindi a tempo record, e mio cugino Roberto Cambiago ha contribuito nei doveri pallosi tipo comprare materiale dell'ultimo minuto, lavare i pennelli e cambiare l'acqua alla vaschetta.
Che dire, gli altri cinque artisti erano veramente writers come supponevo e solo un paio di loro non sono usciti fuori tema a mio insolente giudizio.
Sono andati tutti di bombolette o "bonze" come si usa nel loro gergo e hanno finito nella metà del mio tempo.
Noi coi nostri pennellini abbiamo faticato di bbrutto, e dichiaro qui nel mio universe che ho scelto un soggetto artistico complesso proprio perchè confidavo nell'aiuto dei miei due affettuosi aiutanti.
Nella foto potete vederlo finito con a fianco un Coredo entusiasta ma sfinito, ve lo assicuro!!!!
Ho ricreato una caotica e grottesca scena bellica spaziale per bambini, con protagonisti buoni e cattivi.
I cattivi sono due demoni intergalattici che richiamano la faccia della mia Nadine, creata circa 7 anni fa proprio tra i banchi della scuola del fumetto; il papero è un omaggio pseudo disneyano che fa l'occhiolino a Daffy Duck, La bambina che ho battezzato Wow come il nome dello spazio che ha ospitato l'evento, è una versione space-fantasy della piccola Picu, personaggio immaginario dell'infanzia delle mie ex ragazze; il capitano dei buoni con la faccia da dobermann si chiama Bluedog ed è un motivo ricorrente nei miei bozzetti domenicali.
Per vederlo dal vivo andate a visitare il Museo perchè merita davvero, WOW!!!
venerdì 25 marzo 2011
mercoledì 23 marzo 2011
sabato 26 febbraio 2011
La mia ultima fatica fumettistica.......!!!

Finalmente terminato, eccovi un'istantanea ritraente me medesimo con il libro scolastico che ho illustrato per circa trecento pagine!
E' stata dura, ma ora gli studenti americani più pettinati hanno la possibilità di imparare l'italiano grazie a Studio Arcobaleno che mi ha commissionato il compito di operare da illustratore nonchè narratore nel cd audio contenuto all'interno del testo.
E ora i credits:
Grazie a Silvio Protti(sempre in my heart),
Sonia Beretta,
Mirtilli Morgana
e tutto il magico staff che contribuisce a rendere Studio Arcobaleno una fabbrica di fantasia e creatività didattica!
Gnè!
lunedì 1 novembre 2010
Il "fumettaro" è...
...innanzitutto il termine più dispregiativo e di conseguenza inappropriato per chi opera nel mio medesimo campo.
"Fumettaro" rimembra concetti subdoli del tipo "ce sto a provà", o "è un hobby", ma niente di serio tantomeno professionale.
Dare del fumettaro a un disegnatore, uno sceneggiatore o un inchiostratore di novelle grafiche è una superficiale considerazione di un mestiere che non merita stima nè rispetto.
Per quanto limitante il titolo di disegnatore di fumetti è decisamente inclinato verso un clichè più decoroso, ma ancora non rispecchia (e d'altronde perchè pretenderlo?) la sua nobile essenza artistica così svalutata dalle masse.
In date circostanze ho personalmente imparato ad apprezzare la classificazione che ci identifica come vignettisti, perchè è la parola più formale per introdurci al mondo del lavoro allo stesso livello delle altre mansioni umane.
Durante il passare degli anni però, la parolina chiave rimasta priva di pecche terminologiche è senza ombra di dubbio "fumettista".
La maggiorparte di noi, vi assicuro predilige questa voce per focalizzare il ruolo sociale svolto nella vita; sapete perchè?
Ha del magico: rimembra la genesi creativa dell'universo costruito appositamente per il lettore/consumatore, apostrofando l'esecutore come un dio responsabilizzato da un potere che solo altri come lui possiedono. Il fumettista ha del fantastico, un aggettivo che non si rifà esclusivamente al talento tecnico della manualità sviluppata a seguito di una dura formazione scolastica e successivamente lavorativa.
Il fumettista è un artista.
Il fumettista è un folle, è sensibile, è violento, è sarcastico e simpatico.
Il fumettista è intelligente e responsabile; rispetta le regole ed è disciplinato.
Desidera evadere, ma non si può emarginare.
E' un operaio, artigiano e anche imprenditore.
Il fumettista è un conoscitore che non riesce a non sognare e teme il trascorrere del tempo.
La sua cultura è completa e necessariamente aggiornata come un bisogno fisiologico.
Il fumettista si nutre male e non dorme la notte.
Il fumettista sanguina, è un combattente e un mercenario.
Egli è il più grande rappresentante del proletariato artistico mondiale.
Io il fumetto ce l'ho nel DNA, come linguaggio, come stile di vita e pensiero.
Io sono un fumettista e ne sono fiero.