venerdì 3 febbraio 2012

Californication - quinta stagione


Tra il mio Mac dalla veneranda età, tra che navigo in internet dallo studio mediante la chiavetta della vodafone da una landa sperduta affacciata su campi agricoli e nebbia, tra che il segnale risulta scarso un giorno sì e l'altro nì, tra che "hanno chiuso" Megavideo; ho serie difficoltà nel visionare ciò che mi interessa quando mi interessa.

Ma andiamo con ordine cronologico!

Onestamente sono giunto con tardiva perplessità a reale conoscenza del telefilm "Californication". Talmente tardi che la Showtime e Tom Kapinos avevano già completato le quattro stagioni e io ancora non le avevo viste. Manco una, eh!

Non mi sottraggo dalla responsabilità di giudicarmi pigro e prevenuto verso un prodotto ignoto. Certo supero la massa popolare del "non mi piace" senza avere mai provato ciò di cui si sta argomentando, tuttavia ammetto umanamente che non ho mai seguito certe serie televisive, menchèmeno visionato films semplicemente a causa di BBOH. Non mi andava, non mi sentivo pronto: preconcetti da arrampicavetri corazzanti una conscia, ignorante assenza volitiva.

In quei giorni di pausa dal lavoro che mi son preso l'anno scorso, ho deciso di provare un prodotto, nella fattispecie la serie a cui il post è dedicato.

Dopo aver gustato piacevolmente la prima puntata di Californication, ho terminato in breve tempo l'intera prima stagione.

Tranne piccole postille poetiche, non ti dirò vita morte e miracoli del telefilm, perchè tecnicamente voglio parlare d'altro, se ti va.

In un mese mi sono sparato tuuutte le quattro stagioni e credimi se ti dico che per me sono state una più bella dell'altra!

Ora ti riporto all'origine dell'introduttiva osservazione multimediale.
E' un periodo che il computer và a rilento e in generale i video sono divenuti un esaustivo taboo per "lui".
Sapevo dell imminente inizio, previsto a gennaio 2012, della quinta stagione e stavolta non mi riusciva di guardarmi in streaming la prima puntata.

Sì perchè secondo il codice artistico del coredo critico, se ami qualcosa che trasmette un emittente americana, se la ami davvero, non attendi che la diano su Italia uno dopo due anni doppiata (magari anche egregiamente) in lingua nostrana.
Ora che sono al passo con tutte le puntate voglio godermi quelle nuove praticamente in concomitanza con gli States.

Fortuna che ho chi me le scarica, o addirittura mi invita a casa sua per vederle in HD col PC collegato al maxischermo....Che libiiiidine!

Ora: la quinta stagione ha sfornato le prime quattro puntate ogni domenica da gennaio, e tu come me, puoi godertele il giorno dopo coi sottotitoli se hai difficoltà a capire l'inglese. Il tutto grazie a internet, non a Sky.

Californication è un'intelligente opera di parodia e cinismo sulle perversioni di ogni natura caratterizzanti la viziosa Hollywood di produttori, registi, scrittori e musicisti. Questo mondo, denudato dei suoi segreti più intimi, si presenta così attraverso le gesta del nostro(anti)eroe: uno scrittore di talento fallito dedito all'alcool, marijuana, cocaina e sesso occasionale.

Un uomo giusto nonostante tutto, perchè innamorato della sua ex compagna, della figlia che con lei ha avuto..Ma le cui vicende voltano a ingiuste conclusioni che per sfiga lo lasciano apparire come uno stronzo, opportunista sessuomane.

Tralasciando le innumerevoli scene di sesso, la serie acquista forza grazie al protagonista e gli altri personaggi maniacalmente dipinti nella loro psicologia perversa quanto davvero credibile.

Bè...Mi sparo le prime tre puntate della quinta stagione e comincio ad azzardare considerazioni un pò lontane dall encomio. Il sesso è troppo facile, le situazioni poco divertenti, i dialoghi piccanti tendono a un'ironia da commedia Stilleriana, e lui...Il mio Hank..E'ricco! Non gli bastava essere figo e di talento; ora le cose gli vanno bene, insomma non riconosco il tormentato artista delle precedenti stagioni che spiritualmente ammetto pure mi abbia un pò ispirato, cazzo.

Quarta puntata. Una scena del finale recupera il dramma maledetto dell'idea di Californication come filosofia narrativa.
Da restare a bocca aperta ed esclamare "mmminchiaaa!!!!!". Mi gaso di nuovo, amo il beniamino più di prima e fremo per l'uscita della prossima puntata. Kapinos sei un genio! Duchovny sei un Attore con la swaiss maiuscola!

Eddai, non te posso raccontà de ppiù!

Con una serie televisiva di successo, chi la realizza entra nel vortice della consapevolezza necessaria per riconoscere quando smettere, per evitare di sfiorare anche parzialmente la cazzata. Parlo da spettatore, esigente spettatore!
"Lost", ad esempio non ha rispettato questo parametro, come anche "Heroes".
"Boris" invece piuttosto che ostentare numerose nuove stagioni, ci ha lasciato l'amaro in bocca terminando con un lungometraggio per il cinema logicamente conclusivo.

Senza depistarti dal tema "narrativa", ritengo che se un prodotto ha detto tutto non dovrebbe continuare: è così nei film, nei telefilm, nei fumetti e nelle saghe letterarie.

Californication, dopo l'ultima puntata, si è rivelato denso di concetti ancora tutti da esternare....Fiuuuuuuuu...!!

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