mercoledì 9 gennaio 2013
Né col latte, nè col tè...
Obiettivi. Bisogna esserlo ognittanto; tempo addietro mi reco in galleria a Milano per le spesucce prenatalizie assieme al mio pasticcino, e dovendo lei comprare le cialde per la macchina del caffè, ho finalmente veduto l'interno di un negozio nespresso.
Non manco di confessarti che certe scoperte realizzate in matura età, fanno di me l'ingenuo consumatore atipico che senza dubbio conosce poco poco le scelte d'acquisto. Merda.
Saprai meglio di me che l'esercizio è gestito con un'eleganza e un rigore commerciale accademico, tale da da classificarlo nella categoria delle boutique.
Commessi in giacca e camicia nere, parquet costoso, scaffali luccicanti, lampade trionfanti di design e arredamento minimal da loft. Io c'ero anche ai tempi in cui le macchinette in casa non le volea nessuno, perchè in casa si preferiva la moca.
Oggi in 'sti punti vendita commisero file interminabili di accaniti consumatori che vogliono accaparrarsi il caffè di george clunei, e puoi conseguentemente immaginare quanto il business in questione determini un effetto fastidioso al mio occhio.
Perchè, mi domando e ri-domando, fare la fila e attendere un'ora per un elememento pubblicizzato fino all ossesso, figurando proprio come uno zombie che privo di cervello deve cibarsi di altri?
A pelle, pertanto, l'impatto con la nespresso è personalmente negativo.
Magari invece non sei a conoscenza del fatto che anche Monza c'ha il suo cazzo di punto vendita nespresso, ora.
Poco male che non lo sapessi; non certo una notiziona, e comunque adesso lo sai.
Mi pare che abbia inaugurato il 20 dicembre e ti invito ad immaginare la massa omogenea di clienti ipnotizzati, componenti file interminabili verso un pacco di cialde per il quale si deve lasciare il nominativo; subito dopo, una volta corrisposti i dati forniti, il consumatore ha il privilegio di pagare il suo pacco di aromi favorito.
Un bambino terrone una volta gridava nel mio ristorante "i monzesi tutti appesi", e quasi oggi do lui ragione.
Poi succede che in data odierna pranzo a casa di Giulia e al termine della degustazione del fantastico risotto di sua mamma, si beve il caffè. Non è necessario che ti dica che al fine di valutare il gusto di un caffè non bisogna zuccherarlo, ma trangugiarselo amaro. Certo, e se è buono te ne accorgi prima di subito.
Indovina, o coredico vip, che caffè mi si offre oggi in casa Casiraghi? Ma ovviamente il nespresso dalle variegate cialde di clunei!!!!!
Sì. Ammetto che è buono. Non vale la fila che gli ignoranti decidono di fare per acquistarlo, ma cazzo è veramente buono!
Non manco di confessarti che certe scoperte realizzate in matura età, fanno di me l'ingenuo consumatore atipico che senza dubbio conosce poco poco le scelte d'acquisto. Merda.
Saprai meglio di me che l'esercizio è gestito con un'eleganza e un rigore commerciale accademico, tale da da classificarlo nella categoria delle boutique.
Commessi in giacca e camicia nere, parquet costoso, scaffali luccicanti, lampade trionfanti di design e arredamento minimal da loft. Io c'ero anche ai tempi in cui le macchinette in casa non le volea nessuno, perchè in casa si preferiva la moca.
Oggi in 'sti punti vendita commisero file interminabili di accaniti consumatori che vogliono accaparrarsi il caffè di george clunei, e puoi conseguentemente immaginare quanto il business in questione determini un effetto fastidioso al mio occhio.
Perchè, mi domando e ri-domando, fare la fila e attendere un'ora per un elememento pubblicizzato fino all ossesso, figurando proprio come uno zombie che privo di cervello deve cibarsi di altri?
A pelle, pertanto, l'impatto con la nespresso è personalmente negativo.
Magari invece non sei a conoscenza del fatto che anche Monza c'ha il suo cazzo di punto vendita nespresso, ora.
Poco male che non lo sapessi; non certo una notiziona, e comunque adesso lo sai.
Mi pare che abbia inaugurato il 20 dicembre e ti invito ad immaginare la massa omogenea di clienti ipnotizzati, componenti file interminabili verso un pacco di cialde per il quale si deve lasciare il nominativo; subito dopo, una volta corrisposti i dati forniti, il consumatore ha il privilegio di pagare il suo pacco di aromi favorito.
Un bambino terrone una volta gridava nel mio ristorante "i monzesi tutti appesi", e quasi oggi do lui ragione.
Poi succede che in data odierna pranzo a casa di Giulia e al termine della degustazione del fantastico risotto di sua mamma, si beve il caffè. Non è necessario che ti dica che al fine di valutare il gusto di un caffè non bisogna zuccherarlo, ma trangugiarselo amaro. Certo, e se è buono te ne accorgi prima di subito.
Indovina, o coredico vip, che caffè mi si offre oggi in casa Casiraghi? Ma ovviamente il nespresso dalle variegate cialde di clunei!!!!!
Sì. Ammetto che è buono. Non vale la fila che gli ignoranti decidono di fare per acquistarlo, ma cazzo è veramente buono!
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