La vita di questo giovane artista passa attraverso il prisma che scompone e ricompone la luce creando colori forti e assoluti: il rosso penetra nel giallo intenso, si contorna di un nero profondo, si esalta nello scoppio di un blu esasperato e l’arancione si permea di vigore.
Ecco, in questa tavolozza alla quale attinge e si ispira Corrado Salerno si calano inesorabilmente i suoi personaggi: sono uomini e donne del suo presente e del suo vissuto, del suo immaginario e delle sue visioni, del suo fantastico, che si compongono incredibilmente solo di colore, e dal colore traggono la loro vita.
Sono i protagonisti dei suoi dipinti che si materializzano e si collocano nella dimensione onirica che trae ispirazione dal fumetto e con esso si fonde. L’artista carica i suoi pennelli di una profonda ironia, quella che vede la realtà come un poliedrico fumetto dove si perde la dimensione del tempo e del reale e si assume quella del racconto fantastico, per vignette, nell’esasperazione degli stati d’animo, nelle zoomate sui sentimenti e sulle emozioni, in sequenze nelle quali tutti noi possiamo trovarci improvvisamente a vivere.
Usiamo anche noi gli occhi dell’artista nell’osservare i suoi quadri e scorgiamo così i protagonisti fermati nel momento della comunicazione estrema: la rabbia, il dolore, la paura, l’ansia, il desiderio, valori universali passati nella forza dei colori e nell’immediatezza della comunicazione visiva, propria del linguaggio del fumetto.
Strane forse queste immagini solitamente ascritte alla carta stampata, al classico fumetto, che tuttavia per “Coredo” diventano l’espressione del suo animo d’artista che trae ispirazione non solo dalla vita e dalla realtà, ma anche dalle pellicole cinematografiche: incredibilmente personaggi dei personaggi, colori dei colori, nuova vita di vite già narrate, arte nell’arte.
esperta in comunicazione visiva e linguaggi extra verbali.
2 commenti:
hehe... mi ricordo quando li disegnavamo alle medie :-)
se non sbaglio avevi una passione per Dahlsim.
ahiaiahi!
la tua memoria fa cilecca,caro Marco!
dalshim era Stefano!!!
A me piaceva Guile!!!
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