mercoledì 28 settembre 2011

Coredo by Marta Migliardi.


Se mio bellissimo coredista vegano clicchi qui potrai leggere per intero l'intervista della direttrice di Trantran al tuo artista di sempre!

lunedì 26 settembre 2011

Ciao, Sergio!


Aveva 79 anni, ha fatto sognare generazioni di italiani. Il padre inventò Tex Willer ma lui continuò a svilluparne la storia prima di dedicarsi all'editoria. Con amore, passione e rispetto per cretori e disegnatori. Inventò Zagor e Mister No, e con la sua casa editrice ha pubblicato Dylan Dog e Nathan Never

Addio a Sergio Bonelli Editore e fumettista illuminato Sergio Bonelli
MILANO - E' morto a Milano all'età di 79 anni, Sergio Bonelli. Nato il 2 dicembre del 1932 a Milano, era ricoverato in ospedale San Gerardo da una settimana dopo aver iniziato ad accusare problemi di salute ad agosto. Editore, fumettista, anche conosciuto all'inizio della sua carriera con lo pseudonimo di Guido Nolitta, che aveva scelto per evitare di essere confuso con il padre Gian Luigi, creatore nel 1948 di Tex Willer. L'eroe western che difende i deboli qualunque sia il loro colore della pelle.



Bonelli, spiega una nota della casa editrice, si è spento dopo una breve malattia a lascia la moglie e un figlio. Sergio Bonelli, rimarca il comunicato, "è stato il principale artefice del passaggio del fumetto da semplice strumento di intrattenimento popolare a prodotto di dignità culturale, creando, nel corso di una carriera cinquantennale, una delle case editrici di fumetti più importanti del panorama nazionale e internazionale".

Nel mondo del fumetto e dell'editoria, Sergio Bonelli esordì giovanissimo facendo il tuttofare nell'impresa di famiglia, dal fattorino ("Partivo
da Milano in Lambretta per andare a prendere in Liguria le tavole di Galleppini per Tex", aveva detto in una delle sue ultime interviste) al magazziniere, fino a rispondere alle lettere dei lettori e a prendere in mano nel 1957 la casa editrice Cepim, la futura Sergio Bonelli Editore, una delle case editrici di fumetti più importanti come numero di copie stampate nel panorama italiano, diretta dalla madre Tea dal 1946. Nella sua vita editoriale, ha dato vita a personaggi che hanno accompagnato la fantasia degli italiani per decenni. Zagor (1961) per esempio, eroe tra Tarzan e il western, o Mister No (1975), il suo preferito, uno scanzonato ex soldato statunitense che vive nella Manaus degli anni Cinquanta.

E' proprio questo personaggio che rappresentò per Bonelli il vero punto di rottura con la tradizione della casa editrice fondata dal padre. E la sua indipendenza da un'eredità forte, ma anche pesante. Mister No, il soldato Jerry Drake, è infatti un antieroe. Molto umano e molto lontano dalla figura dell'infallibile Tex. E' anzi un personaggio in conflitto con il mondo che lo circonda e con dubbi esistenziali (si rifugia nella selvaggia Amazzonia per fuggire agli orrori della guerra), e spesso alle prese con i piccoli problemi quotidiani (i debiti che lo perseguitano). Nolitta anticipò con lui tutta una serie di tematiche che diventeranno poi centrali in personaggi come Ken Parker, Dylan Dog o Nathan Never. "L’idea di quel personaggio mi venne durante i miei viaggi in Amazzonia e dopo aver conosciuto un pilota americano in Messico. L’ho chiuso qualche anno fa. Vendeva ancora ventitremila copie", aveva raccontato in un'intervista recente Bonelli. "L'ho chiuso anche se vendeva. Perché se sei un editore che paga bene i disegnatori devi farlo. E Io li pago bene e li rispetto. Anche perché li frequento da quando sono nato", aveva concluso.

Ma l'eredità del padre Sergio Bonelli l'affrontò, toccandola, studiandola. Plasmandola anche. Fu proprio lui infatti il primo sceneggiatore a sostituire Gian Luigi Bonelli sulla pagine di Tex dove esordì con la storia dal titolo 'Caccia all'uomo' disegnata da Fernando Fusco e pubblicata sul numero 183 della serie datato gennaio 1976. Per i disegni di Aurelio Galleppini realizzò poi 'L'uomo del Texas' volume della collana 'Un uomo un'avventura'. Il padre si era dedicato gelosamente e con passione alle sceneggiature di Tex per un quarantennio prima di cederle nelle mani di altri autori tra cui proprio Guido Nolitta, suo figlio. Tutt'oggi Tex è uno dei fumetti italiano col più alto numero di vendite, dopo aver resistito alla crisi del genere western.

Sergio Bonelli, nonostante la sua passione per la scrittura, è stato soprattutto un editore illuminato. Uno dei suoi maggiori meriti è stato quello di non soffocare la personalità degli autori, e di rispettare il lavoro soprattutto dei disegnatori che negli anni si sono affiancati ai creatori di una serie al fine di rendere omogeneo lo stile. Bonelli ha sempre cercato di lasciare libero sfogo alle interpretazioni dei vari autori, per esaltarne le qualità ed è stato uno dei primi editori a pubblicare i nomi degli autori delle storie, cosa che non succedeva quasi mai in passato.

Tra le sue scoperte ci fu anche il giovane scrittore maudit Tiziano Sclavi, che gli porterà in dote il personaggio più di successo in assoluto: Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo. Nato nell'ottobre 1986, disegnato con le fattezze di Rupert Everett e affiancato dalla strepitosa spalla Groucho (identico all'omonimo leader dei fratelli Marx), Dylan Dog ha avuto un successo enorme, con tanto di ristampe e edizioni speciali, tanto da diventare per la Sergio Bonelli Editore il più importante e redditizio dei prodotti e uno dei maggiori successi nell'editoria a fumetti italiana che, all'apice della sua parabola, ha strappato perfino il primato di vendite a Tex..

Il suo amore particolare per i grandi autori ha portato Bonelli a fare scelte coraggiose e a pubblicare diverse serie di grande prestigio come la collana 'Un uomo un'avventura', o a puntare su personaggi innovativi e coraggiosi tra i quali anche Ken Parker, Martin Mystère o Nathan Never. Nel 2008 il comune di Milano lo ha insignito del prestigioso premio Ambrogino d'oro.

Condoglianze sono arrivate da Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci-federazione della sinistra, che scrive: "A Sergio Bonelli, scomparso stamane dopo una lunga malattia, va il mio commosso saluto". "Con lui scompare un intellettuale del nostro tempo, una persona che ha dato tanto alla cultura italiana, e non solo, un uomo che attraverso i fumetti, e le sue strisce, ricche di pathos e suggestioni, il più delle volte pubblicate in marcato bianco e nero, quasi ad insegnarci che il messaggio sta più nel contenuto che nella forma, non ha mai mancato di denunciare le storture ed i vizi della società e del potere". Su Faebook e sul suo blog Enrico Letta, vicesegretario del partito democratico, commenta dicendo: "Oggi è un giorno triste. La scomparsa di Sergio Bonelli addolora generazioni di giovani ed ex giovani che sono cresciuti 'sognatori' anche per merito suo. Addio Sergio e grazie".

Anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha voluto esprimere il suo cordoglio. Bonelli era stato insignito della Medaglia d'oro di Civica Benemerenza il 7 dicembre 2008, per aver "contribuito a fare di Milano la capitale dell'editoria italiana e del fumetto. "Desidero esprimere il cordoglio dell'Ente e mio personale - ha invece detto Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano -. Per me grande appassionato di Tex Willer, ideato dal padre di Bonelli Gian Luigi, la morte di Sergio richiama alla mente con dolore la spensieratezza dell'adolescenza". Il vice presidente del Senato Vannino Chiti (Pd) scrive sulla sua pagina di Facebook: "Da ragazzo divoravo Tex, così come credo che facessero molti giovani della mia generazione che non avevano tanti divertimenti come quelli di oggi. Bonelli ha scritto la storia del fumetto italiano".

giovedì 22 settembre 2011

Sarcofagia


Sai una cosa? Da giovane ho sempre pensato di voler cambiare il mondo..Il problema è che non sono cambiato. Ho letto cose .Robe. Al termine della lettura ti renderò partecipe della mia riflessione.

‎"Il legame materno era talmente forte, che bisognava spezzarlo con la violenza.... Roba da non dormirci la notte."

Ma esiste un tradimento ancora peggiore. "In alcuni casi" scrive "gli animali dentro al mattatoio sono terrorizzati. I miei non sembravano avere paura perchè si fidavano di me. Io ho tradito quella fiducia".

Da: "Il maiale che cantava alla luna
Diritti Animali - Il nuovo libro di Jeffrey Moussaieff Masson.

Plutarco sostiene che la "sarcofagia" è una pratica contro natura, giacchè l'uomo non è costituzionalmente dotato di mezzi per catturare e uccidere le sue prede, nè di un apparato digerente idoneo a ricevere carne. Per Plutarco, la sarcofagia non solo contravviene al principio del rispetto della vita di ogni essere vivente, ma nuoce sia alla salute fisica dell'uomo che a quella della sua anima, anch'essa contaminata e intorpidita da cibi impropri.

Poi leggo anche questa cosa qui:


E' sbagliato che un animale da fattoria viva bene, che la sua esistenza si concluda con una morte indolore e che venga poi usato per nutrire degli esseri umani? Molte persone risponderebbero che non lo e'. Io invece ritengo che valga la pena di chiedersi, per prima cosa, con che criterio si stabilisce che cosa significhi vivere bene per un animale da fattoria. Naturalmente abbiamo tutti una certa idea di che cosa potrebbe significare. Tuttavia, a parte i difensori dell'industria, pochi sarebbero pronti a sostenere che una comune mucca da latte conduca una vita felice. Pensiamo a una mucca a cui sono sotratti i vitelli alla nascita, e che poi viene munta intensivamente per alcuni anni. E' mantenuta costantemente gravida per garantire una produzione continua di latte, ma non le viene permesso di tenere il suo vitellino. Alla fine, invecchiata prima del tempo, quando la sua utilita' e' in declino, viene uccisa, ben prima di aver raggiunto il termine naturale della sua esistenza. Si puo' dire che questa mucca ha condotto una vita felice?".

L'esempio della mucca e' particolarmente toccante, perche' va a colpire un aspetto primario del mondo emotivo degli animali: l'amore, l'attaccamento di un animale, di qualsiasi specie sia, per il suo cucciolo.

Aggiunge infatti l'autore:

Se credete che una mucca non ripensi mai al proprio vitello, chiedete a qualsiasi allevatore per quanto tempo un vitellino appena nato e sua madre si chiamano a vicenda. Un allevatore mi ha detto che finche' possono vedersi gridano fino a perdere la voce, senza sosta.

Altra riflessione importante e' quella sull'animale considerato come "merce" e sul fatto che far "vivere bene" gli animali sia solo una scusa che accampa chi antepone le sue papille gustative all'etica e al senso di giustizia. Egli scrive infatti:

Sono convinto che sia sbagliato allevare animali per mangiarli. Credo che non interessi a nessuno far "vivere bene" un animale se l'obiettivo finale e' farlo finire in tavola come pietanza. E' troppo facile barare, e' troppo invitante fingere di ignorare che cosa determini il benessere di ciascun animale.

Altre riflessioni, che troviamo sempre nell'introduzione, riguardano il rispetto verso la sofferenza di esseri senzienti che quasi tutti si ostinano a non riconoscere che sono proprio "come noi" sotto questo aspetto, e anzi, non riconoscono nemmeno che siano come il cane o il gatto che hanno in casa. A tanto puo' arrivare l'illogicita' e la cecita' di chi non vuole guardare la realta' dei fatti ma vuole solo continuare imperterrito con le proprie abitudini e fare "come fanno tutti". Scrive l'autore:

Ho constatato che, a tavola, quando dico che sto scrivendo un libro sulla vita emotiva degli animali d'allevamento, i miei commensali mi guardano con un sorriso strano, come se avessi detto qualcosa di ridicolo. [...] La questione non e' "che cosa", ma "chi" state mangiando. Una sofferenza su cosi' vasta scala puo' essere forse considerata un argomento ridicolo? [...] Perche' in genere si considera ridicolo sottolineare che ognuno di questi animali uccisi ha avuto una madre, presumibilmente dei fratelli e, di certo, alcuni sono stati compianti da un genitore, oppure un amico che ne ha sentito la mancanza? Anche se erano stati allevati per essere uccisi, questo non ha modificato la loro capacita' emotiva. Avevano ricordi, soffrivano e provavano dolore. Non ha alcun senso fare una graduatoria comparata della sofferenza dando molto peso all'"essere umano" e poco agli animali. Preoccuparsi di un tipo di sofferenza non significa che non si debba avere alcun interesse per le altre, o che una sia piu' significativa e terribile di un'altra.


Jeffrey Masson

Ora io ti dico che non mi vergogno abbastanza di essere stato schiavo della cocaina. Non mi vergogno abbastanza di aver perso la persona più importante della mia vita. Non mi vergogno abbastanza di aver tradito donne che mi amavano. Non mi vergogno abbastanza di avere votato Berlusconi.

Io mi vergogno tantissimo di dirti che fino a tre anni fa mangiavo la carne.

mercoledì 21 settembre 2011

"Horny cartoon" 120 x 60 acrilic on canvass


E dove mi porrei io se non nella figura dell'allupato bestiomane?

Sensazioni evocative


Egocentrico e passionale, ma qualcuno potrebbe giudicarmi più poveramente egoista e arrapato; che tu appartenga all'una o all'altra schiera di lettori del mio blog, caro coredista mansueto non perdo l'occasione di parlarti di me con quello charme e quella verve(detesto il francese, a meno che non sia parlato da una ventenne con la bistecchina depilata)di artista umile ed ignorante che al contempo rimembra di sapere di non sapere.
Torno a casa frastornato dal peso di una croce dorata che simboleggia le nobiltà dei miei due mestieri rispecchianti sinteticamente le mie principali due personalità.
Ho nello stomaco due margarita e la sensazione di un bacio magico che attorciglia le mie budella di avanzo di galera dei mari più lontani come un rum di pessima annata.
Ma che bello, dico io entrare nel mio studio e vedere la mia ragazza stesa sul divano che dorme ignara della mia presenza a causa di un udito arruginito dall'età. La mia ragazza è la mia cagnolina, ovviamente. Te lo dico perchè non tengo la facoltà tantomeno la volontà di linkare al sito dei dobermann in Italia.
Ma ciancio alle bande e stai a sentire, anzi a leggere.
L'ambiente trasuda il caldo accumulato nei mesi estivi e io mi ci sposo in un'atmosfera che definire accogliente è sterile lessico.
Nno: mentre scrivo il post è piombato dentro un moscone che sembra pronto all'invasione di Pearl Arbour...

Aspetta...

Se n'è andato. Bene.

Dicevo: sono in studio serenamente carico e decido di dipingere sulla base di una foto della mia amata Musa nonchè Sexy fottuta Slave per idealizzare posa e contesto.
Poi mi dico "EI!!! sono ancora vestito da Coredo in esterna, come faccio a sporcarmi se non mi cambio??"
Così apro l'armadio e tradendo un pò di freddolìo scorgo con stupore piacevole la mia maglia da lavoro invernale.
Ccioè l'ho ribattezzata "da lavoro" solo di recente. Un tempo l'avrei denominata "la maglia da casa". E non venire a dirmi che tu non hai il favorito indumento da casa che ti accomoda e ti riscalda al punto giusto da non separartene mai!
Sarà la mia irrequieta personalità solare, ma io prediligo l'estate tra le quattro stagioni e per sopportare le temperature che reputo ostili ho la felpa di cui ti parlo; è un'amica impareggiabile.
Ti avviso che è tutto ciò che ci può essere di più lontano da una bella maglia: è di paille, è grigio topo e ha la cerniera.
Mi ha riscaldato evocativamente come a dire "bentornato!" e mi dà tutto l'affetto che può...Come una cintura di sicurezza di un'auto che va abbastanza piano da permetterti di ammirare il panorama durante il viaggio. Mi sta regalando sicurezza per non dire felicità materica.
E' una serata calda grazie a lei e per questo posso scrivere e dipingere in tutta tranquillità.

-Ben tornata, felpa!
-Ben ritrovato, Maestro!

Ma guarda un pò: mi parla pure!

giovedì 15 settembre 2011

Un gran cuore!


Mi serve forte e sano per evitare che collassi con tutti gli impegni che il tuo sopraffatto Coredo ha in tal corrente periodo!
Il 27 settembre esce un articolo sul free-press gratuito TranTran che parla culturalmente della mia visione di popart ai "giorni nostri"; devo dipingere un quadro significativo che tratti la tematica prevista alla collettiva di Lissone per l'8 ottobre a palazzo Terragni; voglio riuscire a presentarmi quotidianamente a Bergamo senza ostacolare le faccende lavorative, al fine di sostenere la degenza della mia sexy slave attualmente ricoverata per qualche problemuccio vertebrale. L'interesse implica una necessaria dimestichezza di terminologie mediche alle quali non sono familiare, no no!!
Mi è stata proposta una personale in Corso Como...Ma mi sa che salto: il responsabile mi dice "devi garantire un numero tot di persone che verranno"...Non sono un P.R., Einstein: sono un artista che ringrazia il potente di turno per l'opportunità di mostrare i miei lavori. Il mio obiettivo e compito è dipingere, produrre, creare o cagare per come qualcuno potrebbe vederla.
Dalla Russia con amore Olga assisterà al concerto di Alina Orlova, popstar che ho ritratto mesi fa; il che ti fa supporre che non si fermerà di fronte all'occasione di proporle qualcosina di ganzo che metta in evidenza una collaborazione artistica fondente pittura e musica...Quindi sto seguendo anche il processo di eventuali idee nella terra fredda. Ho anche in contemporanea una commissione importantissima per retribuzione laudissima da parte di un privato; roba che mi ci rimpiazzo la neretta che ho distrutto un pò di tempo addietro.
Stringo i denti e il culo, ma vado avanti...Se solo ci fosse la mia musa a lesionarmi con i suoi tacchi...Mi darebbe forza.
Bè amico sostenitore corediota, ti lascio con la foto esclusivissima della mia SexySlave, nonchè compagna di merende a cui dedico questo post e il mio affetto proveniente da quel cuore grandissimo di dobermann territoriale che c'ho. Punto. Gnè.

giovedì 1 settembre 2011

Recensioni spartane


Oh, amico che leggi sostenendo il blog del cinico-sarcastico Coredo: ti voglio delucidare su un concetto basilare per la mia immagine. Non sono un ESPERTO o un INTENDITORE di cinema, anche se molti amici mi presentano come tale agli estranei!
Ccioè la considerazione mi lusinga, ma un vero intenditore è la figura più lontana da quella che mi si confà. Gnè. Mi prendo con comodo e maggior facilità l'aggettivo di appassionato, amatore, cinefilo o al massimo un pò acculturato in merito all'argomento personalmente più stimolante di tutti dopo il sesso.

Quando posto recensioni lampo su pellicole visionate con occhio critico, non intendo prendermi sul serio; tantomeno essere preso sul serio. E'un gioco e soprattutto se scritto nel coredouniverse. Stabilita la sterile postilla eccovi un pò di spazzatura buttata direttamente sullo schermo del mio Mac decrepito!

CAPTAIN AMERICA di Joe Johnston
Fatto moooolto bene. Scelta dell'attore che inizialmente mi lasciava perplesso, ma ho potuto ricredermi divertendomi un casino con un film che è americano in quella maniera antica e genuina. Gli effetti speciali sono corretti con la sceneggiatura e l'intero contesto. Vivamente consigliato in 2D!!!
Se poi ci metti la bonus scene al termine dei titoli di coda che anticipa marginalmente (ci mancherebbe) il prossimo lungometraggio che metterà insieme la squadra degli Avengers, non puoi non gasarti...!!! 8.

THE FIGHTER di David O.Russell
Decisamente da Oscar la performance di Christian Bale in un film che tratta la boxe e il dramma di uno stile di vita difficile in modo tutt'altro che scontato.
Ti aspetti una tragedia e invece c'è il lieto fine realizzato attraverso una popolare ironia narrativa piacevolmente inaspettata. 7 e 1/2.

I TREDICI SPETTRI di Steve Beck
Ma chillavrebbe detto!!??! Mi ha divertito con scene splatter esagerate e un'atmosfera che mescola sapientemente antico e futuristico..Storia semplice, ma efficace per una trama dal ritmo incalzante denso di colpi di scena! 8.

AMADEUS-DIRECTOR'S CUT di Milos Forman
Attenzione: non scambiarlo per un film storico in quanto opera teatrale scritta non originalmente da Peter Shaffer.
Non è la pellicola sulla vita di Mozart, bensì una romanzata versione di un racconto semi-fantasioso basato su circostanze storiche e personaggi esistiti. Meticoloso e realistico per la fedeltà dedicata alla ricostruzione scenografica.
Esteticamente bello su tutti i fronti. Di film sugli artisti se ne son visti migliaia, ma il capolavoro di Milos Forman illumina completamente il pubblico sul concetto primordiale e assoluto di "genio". La durata non rappresenterà un problema se sei una persona sensibile e ami la Musica. 9 e 1/2.

HE GOT GAME di Spike Lee
Qui capisci che l'oscar dato a Denzel Washington per "training day" è un premio alla carriera bello e buono. Palese, dai.
Curato come fosse un documentario sulla reale situazione dei quartieri periferici di New York, porta la firma autorale di un Maestro che conosce per davvero la strada e il successo alla medesima maniera.
Una poesia di 2 ore sul basket, lo sport in generale dipinto positivamente come una speranza, la famiglia, l'onestà e il perdono. 9 e 1/2.

DRAGON TRAINER di Dean DeBlois e Chris Sanders
Talmente bello che pare un cartone della PIXAR. Invece è della Dreamworks.
Coraggioso per le forti sequenze belliche e il genere fantasy-storico assolutamente inedito nei recenti lungometraggi animati. 7.

THE GARBAGE PAIL KIDS-THE MOVIE di Rod Amateau
Ovvero il film sugli Sgorbions. Mai uscito in Italia pertanto visionabile in streaming solo in lingua originale, a meno che Bloodbuster riesca a procurarti una VHS.
Cosa vuoi che pronunci in merito a un film del 1987 che tratta di ragazzini schifosi usciti da una melma verde contenuta in un bidone da spazzatura...E' spazzatura!!
Ma di quella che apprezzi perchè nella sua bruttezza ti diverte quanto pensavi, considerata la giustificata mancanza di presunzione autorale oltre che artistica.
Simpatico e moralista perfino nel suo piccolo. 6 e 1/2.

FARGO dei Coen
Divinamente narrato e girato, con una storia originale grazie alla nota inusualità dei fratelli registi più acclamati di Hollywood.
La commedia nera per eccellenza, traboccante quella surreale umanità da parte di un cast protagonista grottesco a dir poco. Quando dico commedia nera intendo lasciare adito a più supposizioni riguardanti i molteplici generi che un film così omaggia e rispetta a livello di standard regolamentari. 9.

UP di Pete Docter e Bob Peterson
Oh mio Dio, la Pixar riesce sempre ad emozionarmi a un punto tale da venerare la Disney con lo stesso entusiasmo di quando ero bambino e andavo al cinema coi genitori per vedere il grande classico dell'epoca!
Ora sono grande, ma lo stato d'animo non cambia in quanto muta la poesia, cresce la profondità e aumenta il pathos. Una favola per tutte le età che dimostra con semplicità la forza del Vero Amore a cui personalmente credo e crederò. 10.

MACHETE di Robert Rodriguez
Evvai! Ci voleva un coraggio tale nell'attuale olimpo hollywoodiano!
Cast stellare per un lavoro trash studiato rispettando action-movie anni 70 e la loro magistrale purezza estetica. 7.

ZOMBIELAND di Ruben Fleischer
Il secondo miglior film sugli zombie dopo Shaun of the dead, per innovazione stilistica. L'ironia è premiata quando si tratta un tema masturbato e per questo difficile come i morti viventi! 7 e 1/2.

Novità imminenti sul coredouniverse a giorni, prezioso fan che la mia crociata sovvenzioni leggendo il blog delle mie nefandezze. Gnè!